All’inizio del 1900 tramonta poco a poco il concetto di ricovero in ospedale connesso a quello di povertà. Da un lato, la diminuzione del potere di acquisto dei redditi derivanti dalle proprietà immobiliari e, dall’altro, l’aumento vertiginoso dei costi ospedalieri (che esploderanno in contemporanea alla irrefrenabile spinta della ricerca medico-scientifica) impongono a più riprese riforme e provvedimenti legislativi, che in realtà non riescono nemmeno a rincorrere l’evoluzione dei tempi.
Gli artt. 32 e 38 della Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1° Gennaio 1948, sanciscono, quale diritto dell’individuo e interesse della collettività, la promozione della salute, nell’ambito della tutela del diritto di libertà e della difesa della dignità umana: “salus publica suprema lex”.
Nello stesso anno 1948, l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il concetto di salute come “lo stato di completo benessere fisico-spirituale e sociale, e non solo l’assenza di malattie ed infermità”. L’assistenza medica (ospedaliera, ambulatoriale e domiciliare), e quella farmaceutica ed ostetrica per i poveri viene imposta alle Amministrazioni Comunali (nascerà il famoso concetto di “domicilio di soccorso”), mentre cominciano a rivolgersi alla assistenza ospedaliera – oltre che i paganti/dozzinanti per le prestazioni che non possono essere erogate a domicilio – i cosiddetti “mutuati”, cioè tutti coloro che per effetto di una assicurazione obbligatoria, vantano il diritto ad essere assistiti, direttamente o con l’assunzione degli oneri conseguenti, da parte di apposite istituzioni pubbliche (I.N.A.M., I.N.A.I.L., E.N.P.A.S., I.N.P.S., I.N.A.D.E.L., Mutua Artigiani, Commercianti, Coldiretti etc.).
Si è già detto più sopra della Legge Mariotti (la N° 132 del 12 Febbraio 1968) e dei successivi decreti delegati di attuazione ( i Nn° 128 – 129 – 130 del 27 Marzo 1969), per effetto dei quali cinque dei sei Ospedali di cui qui si tratta furono classificati “Ospedali Generali di Zona” (il solo Ospedale di Lonato fu classificato come “Ospedale specializzato provinciale” per la sua funzione sovrazonale di presidio per le malattie respiratorie). Amministrativamente, furono istituiti quali Enti Ospedalieri, retti da un Consiglio di Amministrazione con il suo Presidente, controllato dall’interno da un Collegio dei Revisori dei Conti e assistito da un Consiglio dei Sanitari.
E’ nel 1975 che si concretizzano, dopo l’imporsi delle prime importanti competenze regionali in tema di Sanità, soprattutto programmatorie, il completamento degli scorpori delle Case di Riposo dagli Enti Ospedalieri; le fusioni di realtà ospedaliere viciniori, non sempre in maniera indolore e men che mai unanimemente condivise.
Nascono allora gli Enti Ospedalieri Provinciali di:
- GAVARDO/SALO’
- DESENZANO/LONATO
- LENO/MANERBIO/PONTEVICO
il primo dei quali inserito nella programmazione regionale per essere sostituito dal Nuovo Ospedale “Chiese-Garda Nord” che avrebbe dovuto sorgere a Roè Volciano, in posizione amena e soprattutto mediana rispetto alle due cittadine dagli alti campanili. Ben presto, tuttavia, fu chiaro, anche formalmente, che la nuova costruzione non si sarebbe mai concretamente realizzata, ufficialmente per la sopravvenuta difficoltà di finanziarla, nonostante fossero già state acquisite in forma bonaria alcune delle aree individuate, fosse già stato spostata una linea elettrica dell’alta tensione che le tagliava trasversalmente e fosse già stato approvato il progetto esecutivo.
Ben presto, anche le Mutue vengono messe in liquidazione (Legge n. 386 del 17 agosto 1974) perché, oberate dai debiti sempre crescenti, mal si prestano ad interventi immediati e sburocratizzati, col rischio di “ingabbiare” il sistema.
Nel 1981, nuovo cambiamento, assai significativo, nel panorama della Sanità pubblica. Per effetto della Legge n° 833 del 23 Dicembre 1978, detta di ” Riforma Sanitaria”, nasce il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.): di fatto è una grande assicurazione sociale obbligatoria per tutti indistintamente i cittadini che, inizialmente, hanno diritto “gratuitamente” a tutte le prestazioni sanitarie di cui hanno realmente bisogno, di cui credono di avere bisogno o che il sistema stesso gli impone come bisogno. Domanda ed offerta di prestazioni sanitarie si rincorrono l’un l’altra senza freni e la spesa pubblica sanitaria sembra sempre più ingovernabile.
A questo proposito, per la sua viva attualità, si riporta un significativo passaggio di una delle tante relazioni del Governatore di Bankitalia, Fazio: “La revisione del sistema di sicurezza sociale, orgoglio e vanto della nostra generazione, fonte di diffuso riscatto dalla miseria e dal bisogno di ampi stati della popolazione lavoratrice e delle classi più umili, va volta a conservarne nel tempo i benefici, rimuovendo i fattori di distorsione e di inefficienza, limitando i costi”.
Importato da altri Paesi Occidentali, prende pian piano corpo il grande business della Sanità, che coinvolge forme assicurative le più varie ed avvia il fiorire delle spedalità e delle strutture ambulatoriali private, affiancate in una competizione impari alla Sanità Pubblica. In tale contesto, nascono contemporaneamente le Unità Sanitarie Locali, che in Lombardia acquisiscono in sigla anche la seconda “S” (Sociale), quali strumenti a disposizione dei Comuni singoli o Associati per la gestione dei Servizi di Zona e quindi delle strutture Sanitarie (e Sociali) insediate su un territorio delimitato dalle Leggi Regionali di attuazione. Gli Organi Collegiali di Gestione (Comitati di Gestione, appunto – non più Consigli di Amministrazione) sono chiamati a dirigere Servizi che, oltre a quelli di Assistenza Ospedaliera e Specialistica Ambulatoriale veri e propri, sono preposti all’Igiene Pubblica e Ambientale, alla Tutela della Salute sui Luoghi di Lavoro, alla Assistenza Sanitaria di Base, alla prevenzione e cura degli stati di Tossicodipendenza, alla Medicina Veterinaria ed al Servizio Sociale, oltre che ovviamente ai Servizi Amministrativi di supporto.
Nel nostro territorio, vengono istituite le seguenti Unità Socio-Sanitarie Locali, per la storia dei 6 Ospedali di cui si parla:
- La Comunità Montana di Valle Sabbia – U.S.S.L. N° 39 con sede in Nozza di Vestone, nella quale confluisce l’Ospedale di Gavardo (che si scorpora quindi da quello di Salò – e non sappiamo a tutt’oggi se sia mai stata definita l’assegnazione a questo o a quello di una partita di burro A.I.M.A e di qualche materasso di lana rimasti in sospeso al momento del passaggio delle funzioni ai nuovi Enti – n.d.r.).
- L’Associazione dei Comuni del Garda – U.S.S.L. n° 40 con sede in Salò, nella quale confluiscono l’Ospedale di Salò, quello di Desenzano e quello di Lonato. · L’Associazione dei Comuni della Bassa Bresciana Centrale – U.S.S.L. n° 43, con sede amministrativa in Leno e sede legale in Manerbio, nella quale confluiscono gli Ospedali di Leno e di Manerbio.
La gestione in capo agli Organi Collegiali dura fino al 1992, quando entrano in vigore provvedimenti legislativi (prima e dopo la Legge 23 Ottobre 1992, n. 421) in rapida successione, quanto precari ed incerti sulle prospettive immediate (segno di una vera e propria rivoluzione politica all’indomani di Tangentopoli, che mai tuttavia ha coinvolto la Sanità Bresciana).
Prima ancora di arrivare alla pratica attuazione del D.L.vo n° 502 del 30 Dicembre 1992, che subirà innumerevoli modificazioni, integrazioni e correzioni (fin da subito, con il D.Lvo n. 517 del 7 Dicembre 1993), si alternarono alla guida degli Enti Istituzionali suddetti le figure degli Amministratori Straordinari, dei Commissari Regionali e dei Commissari Straordinari. Il 1° gennaio 1995, altra svolta epocale nella Sanità, con la istituzione delle prime Aziende Sanitarie, che in parte replicano le strutture organizzative degli Enti cessati e confluiti, ma non senza qualche novità in tema di aggregazioni ospedaliere: · l’Azienda U.S.S.L. n° 17, con sede in Salò, accorpa le funzioni e quindi anche gli Ospedali della ex U.S.S.L. n° 39 di Valle Sabbia e della ex U.S.S.L. n° 40 del Garda. L’Ospedale di Gavardo si fonde nuovamente con l’Ospedale di Salò (e forse cadono automaticamente, almeno sotto l’aspetto amministrativo, contenziosi antichi) ed entrambi si fondono nella nuova Azienda di più grandi dimensioni, dove rimangono l’Ospedale di Desenzano (di riferimento) e quello di Lonato; · l’Azienda U.S.S.L. n° 19, con sede in Leno, subentra invece all’ex US.S.L. n° 43 di Leno e, senza particolari scossoni, accorpa nuovamente gli Ospedali di Leno e Manerbio. Per la verità, si ritrova anche con l’Ospedale di Orzinuovi, ma ciò interesserà più i problemi di scorporo nel 1998, che non quelli di avvio della nuova Istituzione.
Del tutto episodica, ai fini di questi cenni storici, la circostanza che sùbito, a metà del 1995, venne meno la figura nominata della Regione al vertice degli Organi monocratici (Direttore Generale) di entrambe le Aziende, fortunatamente non per cause naturali, ma a causa dell’intervento giurisdizionale del Tribunale Amministrativo Regionale.
Dopo di che e fino al 31 Dicembre 1997, in un quadro di costante e significativa precarietà, le singole Aziende suddette furono ciascuna governate prima da un Direttore Generale facente funzioni, poi da un Commissario Straordinario, anche se senza soluzione di continuità (almeno questo!), in quanto individuati nella stessa persona fisica.
Riferimenti: Memoria storica personale dei redattori del lavoro, Dott. Gianpaolo Bragantini e Sig.a Gianna Righettini, avvalorata da esperienze professionali dirette e da interviste personali con alcuni protagonisti delle vicende recenti della Sanità Pubblica in provincia di Brescia – Ottobre 2000
Con la Legge Regionale n. 31 dell’11 luglio 1997 in Regione Lombardia si attua una separazione tra enti erogatori di prestazioni sanitarie (gli Ospedali – pubblici e privati) ed enti deputati ad attività di programmazione, acquisto e controllo delle prestazioni sanitarie (le Aziende Sanitarie Locali).
Dall’unione degli Ospedali di Gavardo, Salò, Desenzano, Lonato, Manerbio e Leno, il 1° gennaio 1998 nasce l’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda (AOD) che ha operato fino al 31 dicembre 2015.
La competenza dell’AOD è stata esercitata su un territorio assai esteso e con una configurazione geomorfologica estremamente variegata, comprendendo zone tipicamente montane, valligiane, lacustri e di bassa pianura.
L’Azienda era organizzata in tre Presidi (Desenzano d/G – Lonato d/G, Gavardo – Salò, Manerbio – Leno) ognuno composto da una struttura per acuti, una ad orientamento prevalentemente riabilitativo e di supporto diagnostico e da poliambulatori territoriali.
Dal 1 gennaio 2016 è stata costituita l’ASST del Garda con atto legislativo di Regione Lombardia (LR 23/2015), nella quale sono confluite le strutture dell’ex Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda e dell’ex ASL di Brescia dislocate in Valle Sabbia, Lago di Garda, bassa bresciana orientale e bassa bresciana centrale.
L’Azienda è tra le più estese della Lombardia. Il suo territorio, 1.968 km quadrati, abbraccia 76 comuni e copre una distanza (nord-sud) che supera i 100 km; è una terra con aree ad alta urbanizzazione (bassa bresciana), a vocazione turistica internazionale (Lago di Garda e Lago d’Idro) e montana (Valle Sabbia)