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Entro fine 2023 la nuova Casa di Comunità di Montichiari

 

 

 

Questa Mattina a Montichiari si è svolta la presentazione del progetto della Casa di Comunità di Montichiari.

“In questo momento storico era necessario rivedere il nostro sistema socio sanitario, Regione Lombardia ha voluto, con la legge regionale 22/2021, ha normato una nuova organizzazione della rete sociosanitaria regionale, impostata sula creazione di percorsi e non sulla erogazione di singole prestazioni, con l’obiettivo principale di avvicinare il cittadino alle cure e ai servizi socio assistenziali – ha commentato Mario Alparone Direttore Generale dell’ASST Garda-.

La nuova organizzazione prevede la creazione di una Casa della Comunità ogni 50 mila abitanti e un Ospedale di Comunità e distretto territoriale ogni 100 mila abitanti. Le assegnazioni regionali di risorse per l’ASST Garda prevedono per i circa 400.000 assistiti, 8 case di comunità e 3 Ospedali di Comunità, da realizzare in tre anni compreso il 2022, e stiamo rispettando in pieno l’attivazione.  Sono infatti già delle realtà funzionanti ed operative la Casa ed Ospedale della Comunità di Leno e l’Ospedale di Comunità di Lonato con sede provvisoria a Prevalle, ed entro la fine dell’anno 2022 è prevista l’attivazione della Casa Della Comunità di Nozza di Vestone.

A Montichiari, sede del distretto della Bassa Bresciana Orientale, è prevista la realizzazione entro la fine del 2023 una Casa della Comunità facendo leva sui diversi servizi sociosanitari già oggi presenti. Abbiamo già affidato la progettazione esecutiva che prevediamo di ottenere dai professionisti entro la fine dell’anno in corso. Si tratta di un investimento di quasi 3 milioni di euro di cui 800.000 stanziati da Regione, grazie anche all’interessamento dell’amministrazione Comunale e del Consigliere Claudia Carzeri, per dare soluzione all’annoso problema del parcheggio della struttura.

Non attendiamo però di avere questo potenziamento strutturale per attivare la riforma, oggi presso il presidio di Montichiari operano anche 9 infermieri di famiglia, la nuova figura professionale che, insieme ai Medici di Medicina Generale, ha il compito di supportare i pazienti cronici e fragili. Attraverso il loro intervento e di quello dell’unità di Assistenza domiciliare Integrata (Adi) abbiamo già avviato la presa in carico 290 pazienti cronici su tre diffuse patologie e oltre 140 assistenze domiciliari per i cittadini che non possono recarsi presso i luoghi di cura. La riforma è già una realtà”.